NUCLEARE, CONFINDUSTRIA BASILICATA FERMI GLI INTERESSI DI BOTTEGA. DIFENDA LE ATTIVITA' LUCANE

19.07.2025 10:44

NUCLEARE, CONFINDUSTRIA BASILICATA FERMI FLI INTERESSI DI BOTTEGA. DIFENDA LE ATTIVITA'LUCANE
 
Scanzano J.co (MT), 19 luglio 2025 – Cosa intende fare Confindustria Basilicata sul nucleare? Vuole prestarsi agli interessi di bottega o difendere gli interessi produttivi Lucani? Nella civile protesta di Scanzano del novembre 2003, la ricordiamo con migliaia di Lucani mobilitati per quindici giorni contro la scelta del Governo Berlusconi di realizzare il deposito di scorie nucleari nelle miniere di salgemma di Terzo Cavone. Erano al fianco del popolo Lucano per scongiurare lo sviluppo distorto della nostra terra che avrebbe alimentato la realizzazione di un’opera che non si concilia con la vocazione e lo sviluppo produttivo prevalente del nostro territorio.
 
Purtroppo, la somma degli eventi di questi giorni ci sollecitano alcune riflessioni: nella confederazione Lucana è cambiato qualcosa rispetto alla scelta di allora?  
 
Certo non ci aspettavamo che nel rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale”, presentato alla Camera da Confindustria nazionale con il supporto di ENEA, viene riproposta la soluzione di un deposito geologico profondo, proprio quella che si vuol fare a Scanzano J.co (MT). Si, la stessa ipotesi che allora, in sostegno della protesta di Scanzano, anche il Nobel Rubbia, allora Presidente di ENEA, smantellò scientificamente nel corso degli approfondimenti in Parlamento.
 
La condivisione regionale di questa infausta ipotesi mina gli interessi collettivi in gioco sul territorio per favorire gli affari dei pochi. Di quelli che ancora sognano di portare in Basilicata i rifiuti radioattivi d’Italia.
 
Un’ipotesi che eventualmente contrasteremo nuovamente. Nel caso, sarebbe la quarta volta in sessant'anni di storia. Oramai siamo sempre pronti.  
 
Così in una nota Pasquale Stigliani Responsabile Comunicazione dell’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, nata nei giorni della “protesta civile di Scanzano” del 2003.
Cosa intende fare Confindustria Basilicata sul nucleare? Vuole prestarsi agli interessi di bottega o difendere gli interessi produttivi Lucani? Nella civile protesta di Scanzano del novembre 2003, la ricordiamo con migliaia di Lucani mobilitati per quindici giorni contro la scelta del Governo Berlusconi di realizzare il deposito di scorie nucleari nelle miniere di salgemma di Terzo Cavone. Erano al fianco del popolo Lucano per scongiurare lo sviluppo distorto della nostra terra che avrebbe alimentato la realizzazione di un’opera che non si concilia con la vocazione e lo sviluppo produttivo prevalente del nostro territorio.
 
Purtroppo, la somma degli eventi di questi giorni ci sollecitano alcune riflessioni: nella confederazione Lucana è cambiato qualcosa rispetto alla scelta di allora?  
 
Certo non ci aspettavamo che nel rapporto “Lo sviluppo dell’energia nucleare nel mix energetico nazionale”, presentato alla Camera da Confindustria nazionale con il supporto di ENEA, viene riproposta la soluzione di un deposito geologico profondo, proprio quella che si vuol fare a Scanzano J.co (MT). Si, la stessa ipotesi che allora, in sostegno della protesta di Scanzano, anche il Nobel Rubbia, allora Presidente di ENEA, smantellò scientificamente nel corso degli approfondimenti in Parlamento.
 
La condivisione regionale di questa infausta ipotesi mina gli interessi collettivi in gioco sul territorio per favorire gli affari dei pochi. Di quelli che ancora sognano di portare in Basilicata i rifiuti radioattivi d’Italia.
 
Un’ipotesi che eventualmente contrasteremo nuovamente. Nel caso, sarebbe la quarta volta in sessant'anni di storia. Oramai siamo sempre pronti.  
 
Così in una nota Pasquale Stigliani Responsabile Comunicazione dell’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, nata nei giorni della “protesta civile di Scanzano” del 2003.

 

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